La scrittrice e docente abruzzese Maria Teresa Giusti ha vinto l’importante Premio Friuli Storia con il saggio “La campagna di Russia 1941-1943” (Il Mulino, 2016). Il riconoscimento, l’unico di saggistica in Italia designato oltre che dalla giuria tecnica e specialistica anche dai lettori, verrà conferito mercoledì 20 settembre a Udine, Sala Ajace di Palazzo d’Aronco, alle ore 18.00.
L’opera, attraverso una significativa ricchezza di fonti storiche tratte da archivi italiani e russi, presenta il racconto vivido e terribile della campagna più disastrosa della guerra fascista. Quando nel giugno 1941 Hitler scatenò l'”operazione Barbarossa” contro l’Unione Sovietica, avrebbe fatto volentieri a meno dell’aiuto italiano; l’Italia, aveva scritto a Mussolini, avrebbe dovuto concentrare il suo impegno in Nordafrica. Ma Mussolini voleva esserci a tutti i costi, e fece costituire il Corpo di spedizione italiano in Russia (Csir), che a metà luglio partì per il fronte orientale. Un anno dopo, unito a nuovi corpi d’armata nell’Armir (Armata italiana in Russia), fu schierato sul Don dove l’offensiva sovietica, tra dicembre 1942 e gennaio 1943, lo annientò. Dei 230 mila italiani partiti per la Russia, 95 mila non fecero ritorno: parte uccisi in combattimento, parte morti di stenti e di freddo nelle “marce del davaj” e in prigionia.
Il corposo saggio di Maria Teresa Giusti ripercorre con eccezionale scorrevolezza la storia sociale, etico-religiosa e psicologica di un conflitto bellico il cui prezzo di vittime tra civili e militari fu smisurato, con un’attenzione particolare ai prigionieri e ai reduci, ma anche al ruolo delle donne, alle memorie dei bambini, ai partigiani e alle partigiane.
Maria Teresa Giusti insegna nell’Università “Gabriele d’Annunzio” a Chieti. Ha pubblicato numerose opere e monografie, tra cui, per i Mulino, “I prigionieri italiani in Russia” (20142, premio Cherasco) e “Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani, 1940-1945” (con E. Aga Rossi, 2011).