“La strada della luce” di Maria Gemma Pellicciotta: recensione a cura di Antonio Di Santo

Il libro La strada della luce di Maria Gemma Pellicciotta (Edizioni Solfanelli) sarà presentato presso la Sala Tosti dell’Aurum, Largo Gardone Riviera a Pescara, venerdì 20 gennaio alle 17:30.

“L’amore era iniziato con un incontro, in modo spontaneo e naturale tra brividi ed emozioni, era finito tra brividi di freddo. Aveva bisogno di silenzio, di raccogliere i pensieri più intimi e tristi quasi a farsi male. Si sentiva trasportata e persa come un granello di sabbia nel mare della vita”.

Definire in maniera precisa le dinamiche e i contenuti dell’opera in prosa di Maria Gemma Pellicciotta dal titolo “La strada della luce” (Edizioni Solfanelli) non è certamente semplice. Tuttavia, il filo conduttore che fa da collante tra i vari capitoli sono l’amore, l’amicizia, la stima da un lato, la delusione, la sofferenza, la malinconia dall’altro; sono stati d’animo che si mescolano e si alternano tra di loro tanto da proiettare il lettore nell’intimo della storia. Ma soprattutto il romanzo vuole approdare all’arte di Baldacci. Leggendo le prime pagine della storia il lettore resta colpito nello scoprire che l’autrice e la protagonista hanno lo stesso nome; di conseguenza si propone di capire se siano la stessa persona e poter catalogare, pertanto, il romanzo nel genere autobiografico. Si reputa non doveroso saperlo. La protagonista del romanzo è una ragazza nata negli anni del Secondo conflitto mondiale e cresciuta in un nucleo familiare saldamente legato ad antichi valori; una famiglia che non le lascia alcuna facoltà decisionale e per questa ragione non è libera di vivere e maturare la scelta più giusta. Tutto si deve concludere con il matrimonio. Il matrimonio arriva e nella seconda parte del romanzo, la narrazione subisce un rallentamento perché l’autrice si focalizza su quello che è in realtà lo scopo della sua produzione letteraria. Racconta la vita dell’artista e pittore Luigi Baldacci, il marito, compagno di una vita intera. Accompagna il lettore alla scoperta dell’arte, dei valori e della simbologia dell’opera pittorica di Baldacci. Pittore che ha creato una nuova espressione pittorica che va al di là della dimensione sensitiva e che ha chiamato ESPART (Arte Extrasensoriale) che non esiste se non nella volontà di realizzarsi come egli stesso ha dichiarato in vita, Nel romanzo si valutano anche le altre arti quali la poesia, la musica e la letteratura; a dimostrazione di questo ogni capitolo è introdotto da alcuni versi che il poeta Luigi Perroni ha voluto donare all’autrice per meglio impreziosirne la scrittura. La varietà dei temi e dei contenuti del romanzo di Maria Gemma Pellicciotta, va letta e sarà il lettore a dare la propria interpretazione. Mi sento di suggerire una morale: ‘Ogni essere umano è chiamato, a riflettere sulla propria vita in perfetta consapevolezza perché possa trovare quella “luce” invocata nel titolo’.